Anteprima. “Per non sparire” di Francesca Mazzotta, con un estratto della prefazione di Milo De Angelis.

Presentiamo un'anteprima editoriale della raccolta poetica "Per non sparire" (Industria & Letteratura, 2023) di Francesca Mazzotta, con un estratto della prefazione di Milo De Angelis.

L’impostazione è teatrale, con cinque personaggi sulla scena: il Padre – che incarna il Tempo – e i suoi figli, ovvero memoria, desiderio, realtà e profezia, i quali rappresentano le dimensioni del passato, del possibile, del presente e del futuro. L’impostazione è teatrale, ma il tono è lirico e insieme cosmico. Veniamo precipitati negli abissi della memoria e nel fuoco della profezia, mentre la presenza reale si affaccia più raramente, sottile filo conduttore tra gli sprofondamenti. La scena è alta, grandiosa, ispirata. Francesca Mazzotta scrive un poema biografico e universale, singolare e assoluto, con una tensione alla totalità che confina con il pensiero indiano, con l’Atman proteso al Brahman, con la vita singolare profondamente connessa all’Intero della creazione. Il senso e la richiesta di unità sono molto forti in queste pagine, come è forte il senso della natura, del mare, dei boschi, dei tanti animali messaggeri di verità: pavoni, pernici, cinghiali, tordi, codirossi – nominati con esattezza – ci consegnano il loro annuncio fulmineo e poi spariscono nel vento. Elegia personale e respiro del mondo si intrecciano continuamente. La vicenda intima di un ricordo infantile – le madri che leggono su una spiaggia toscana o la nonna che canta Je ne regrette rien – si immerge all’improvviso nelle galassie e il vicino di casa che accumula nervosamente i mozziconi richiama le ceneri del mondo. Questa virtù di unire cose in apparenza remote attraversa tutta la poesia di Francesca Mazzotta, che è impregnata di analogia […].

Milo De Angelis

***

memoria 1

Giocavamo a nasconderci nelle pance
delle sequoie superstiti nel bosco.
D’estate sotto la sabbia eravamo le mummie.
Eravamo il deserto, un pugno
di sale striato
al buio di un vetro.

*

realtà 1

Sento le suole degli invasori inerpicarsi
per altipiani cresciuti come zanne
su gengive di nebbia
vogliono assediarmi i sogni vogliono
hanno pupille
aguzze di vetro,
miocardi di latta

e il rumore d’ovatta della pioggia
nella semioscurità che ci comprime,
questa sera, tutte le sere.

*

profezia 1

Sarà liberatorio risvegliarsi
più vivi, saper dire
“siamo stati”.

Per primo affiorerà il volto, il collo
bianco perla, le nicchie delle clavicole
il torace: risacca di respiro.

Ancora disabituati al sole sentiremo
tremori di sangue per i gorghi
dei polsi, il suo beato pulsare.

*

desiderio 2

Potremmo ricominciare dalle parole, deciderne
la sorte.
Come di enormità estinte dentro il cuore,
fiere allegoriche da accarezzare

*

GPT-2. III

Abbiamo delle meduse ferite.
Senza coscienza possiamo vedere.
Ma che sta succedendo? Niente?
No, solo una manciata di gelatine
che, c’è da supporre,
non sono meduse: sono
troppo piccole e troppo rigide.
Semplicemente|

*

GPT-2. III

Abbiamo ferito le meduse
senza coscienza mentre
creavamo questa vasta gamma di organismi
nella stessa terra del nostro sistema solare”,
ha detto il signor Musk.
Ha aggiunto che queste meduse
“sembrano quasi un miracolo,
al contrario di|

***

Francesca Mazzotta, classe ‘92, si è laureata in Italianistica all’Università di Bologna, ed è in attesa di discutere la propria tesi di dottorato (Università Cattolica di Milano) sulla linea poetica lombarda dagli anni Cinquanta a oggi. In poesia ha pubblicato Reduci o redenti (CartaCanta, 2016) Umbratile (Origini Edizioni, 2018) e Gli eroi sono partiti (Passigli, 2021, opera finalista al Premio Dessì 2021). Traduce, scrive, poesia soprattutto ma anche recensioni e saggi, anche messaggi su Whatsapp ma nella mente, che lì invecchiano. Lo scorso gennaio il giornalista Paolo Pagliaro ha pubblicato sul sito https://www.9colonne.it/ una sua lettera sul tema della condizione di chi in Italia scrive e si dedica all’umanistica e all’arte, dal titolo J’accusespère. Per non sparire, ultimo suo libro di poesia, uscirà a fine marzo per Industria e Letteratura.

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Ultima Eldorado, nella trasparenza, Maria Borio, Ilaria Mai, Tommaso Di Dio, Poesia, poesia contemporanea

da Ultima*Eldorado | “Nella trasparenza” di Maria Borio

Ultima*Eldorado custodisce una raccolta di quattro interventi di poetica. Maria Borio, Lorenzo Carlucci, Carmen Gallo e Francesco Terzago hanno perlustrato la terra della scrittura, i propri limiti, i propri desideri, portando alla luce ciò che hanno trovato nel percorso.

Eldorado è il sogno degli uomini che vivono fra le poche cose del mondo; e che scavano per cercare. E così trovano non come restare, ma i resti di tutte le cose del mondo.
​Una teoria di reperti, senza indicazioni, senza spazio né tempo; colti ciascuno in una prossimità che diventa imitazione reciproca. Esposti, i reperti si sottraggono sia alla curiosità catalogatrice dell’osservatore sia alla pretesa di una narrazione che imponga loro un inizio e una fine. A chi sappia rinunciare a queste pretese, si dischiude un’ulteriore possibilità: l’abbandono al dialogo delle analogie, alla capacità evocatrice dei segni, al loro ritmico ripresentarsi, verso un travalicamento che è ogni volta un discorso da ricostruire nello sguardo di chi sta guardando. Bisogna cedere a questa trappola liberatoria, all’immobile gioco fra le figure che, sebbene schiacciate sulla pagina e mute, continuano a tessere segnali, rimandi, richiami. Bisogna avere pazienza, rimanere avvinti da queste tracce di intensità, fino a quando non osserveremo più reperti – i tasselli di una morta storia – ma il ritmo vivo che li scioglie e li lega: l’oro del tempo, la poesia.
*
*
*
www.ultimaspazio.com

Qui pubblichiamo un estratto dal saggio di Maria Borio “Nella Trasparenza”.

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