Nota di lettura su Dittico dell’acqua, Lucia Brandoli

Proponiamo una nota di lettura di Stefano Bottero su "Dittico dell'acqua" (Industria e Letteratura, 2022) di Lucia Brandoli.

Lucia Brandoli, poeta, artista, scrittrice, ha pubblicato la sua quarta raccolta di poesie: Dittico dell’acqua (Industria e Letteratura, 2022). Un libro che sembra immaginario, in equilibrio tra un atteggiamento di millimetrica attenzione formale e una tensione allegorica al concetto dell’affondare. Il tema non è nuovo, la prospettiva sì. Brandoli ritrae un mare che accoglie, capovolgendo molte delle suggestioni tipiche della narrazione mediterranea contemporanea. «Un crepitare d’onda, / un battito di mare basta. // Quel che rimane è vita». Nelle quarantasei poesie, divise simmetricamente in due sezioni di ventitré, i versi appaiono impressi sulla pagina come schiaffi dati all’acqua. Recano il senso paradossale di un’eco che, invece di disperdersi, accresce. «Sulle facce / dei palazzi resistiamo. / Corpo a corpo. Ombre / abbandonate». È un libro di poesie liriche, Dittico dell’acqua, che evita deliberatamente le oscurità espressive e assume i connotati una narrazione personale ma non privata. Emotiva, non sentimentale. In questo senso Brandoli resta in linea con la cifra stilistica delle sue opere precedenti, come Una minima stupenda (Interno Poesia, 2020). Stavolta, tuttavia, rivolge la prospettiva all’immaginario di un mare pervasivo, privo di confini: «Cresce la luna / e mi governa le gambe. // L’acqua dentro e fuori». Le cose e le persone vi affondano, senza naufragare. Il confine si spinge fino al deserto, spazio mistico che riduce ai minimi termini ogni conflitto, quotidiano o atavico che sia. Lo nota a ragione Giovanna Frene nella prefazione della raccolta, sottolineando come dall’assoluto del termine femminile della luna (opposto al maschile-solare) scaturisca l’acqua viva e “salvifica” dello scrivere. Così, le dimensioni stesse dell’acqua di Brandoli si moltiplicano: acqua come spazio, acqua come lontananza, acqua come amante, acqua come sangue. Acqua come orientamento della propria vertigine, che termina come terminano tutte le cose: nella coincidenza paradossale tra ciò che si muove e ciò che resta. «La penso invano dalla città: / braccia aperte al temporale. // L’estate finisce e l’isola resta». Nella conclusione della raccolta, il discorso dell’autrice giunge al punto dell’affermazione: del ritratto definitivo un’acqua indifferente. La concezione di Brandoli è vicina, in questo, alla poetica di Francesco Ottonello, poeta che nel suo felice esordio Isola aperta (Interno Poesia, 2020) indicava nell’acqua il non-luogo della distanza che separa l’Io, isola, dall’altro. Ad ogni modo, le radici poetiche del Dittico valicano i confini del contesto italiano e si intrecciano all’opera di un grande della contemporaneità come Adam Zagajewski, poeta polacco scomparso nel 2021. Torna, nella raccolta di Brandoli, la tranquillità del «Fiume» zagajewskiano, generato come si generano «dalle poesie poesie, dai canti / canti, dai quadri quadri». Ancora, torna la suprema indifferenza dell’acqua all’antropologia dei guadi. A differenza di Zagajewski, Brandoli problematizza un elemento inedito nel rapportarsi al ‘ritratto’ del corso d’acqua: la sua necessarietà per la vita dell’uomo. Come già Antoine de Saint-Exupéry in Terra degli uomini, l’autrice ricorda la vera e propria dipendenza dell’uomo dall’acqua, tradotta nel concreto ‘non potersi allontanare’, più di tanto, dalle fonti. «Una lontananza antica / il tuo dirti sopraffatto dal restare / in un posto, quando tutto è intorno: / ghiaccio e ritorno». In definitiva, resta sospeso – quasi volontariamente non chiarito – se il protagonismo dell’acqua abbia a che vedere con il sentimento dell’affondare o con il desiderio di ciò. In altre parole, se l’Io poetico racconti o, astrattamente, prefiguri. Come tutte le ambiguità, quella di Brandoli organizza una tensione che si riverbera, nuova ad ogni pagina, nell’esperienza della lettura. Tensione che, come l’acqua stessa, resta paralizzata, e paradossalmente mai immobile.

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su email
Condividi su whatsapp

Per una precaria storiografia degli esordi in poesia (2016-2021)

Proponiamo un articolo di Pietro Polverini con lo scopo di sondare per la prima volta complessivamente alcuni tra gli esordi più significativi della poesia italiana degli ultimi anni. In seguito, per approfondire il discorso sulla “nuova poesia millennial”, intendiamo ospitare interventi di ulteriori critici che adottino sia una prospettiva sinottica sia un taglio monografico. Vi invitiamo a inviare le vostre controproposte di articoli sugli “esordi” a mediumpoesia@gmail.com. Immagine: Paesaggio con caduta di Icaro, Carlo Saraceni

continua a leggere »
La Maddalena Sardegna

Isolatria. Una possibilità di lettura postcoloniale dell’opera di Antonella Anedda

Si propone la relazione riveduta di Francesco Ottonello tenuta al convegno dell’Università di Napoli L’Orientale “Isole e ponti. Per una topologia linguistica e letteraria dell’isolamento” (18-20 ottobre 2021 – Palazzo Corigliano, Napoli).
Una lettura critica dell’opera di Antonella Anedda attraverso una peculiare ottica postcoloniale, connessa alla dimensione dell’isola.

continua a leggere »

MediumPoesia è un sito internet e un progetto artistico nato nel 2018 dall’incontro tra Francesco Ottonello e Michele Milani, un luogo abitato da scrittori e artisti, in una dimensione multimediale adatta a far fronte all’incontro di intense energie creative.

Gli Eventi

COOKIES

MediumPoesia usa i cookie per facilitare la navigazione del sito. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta il pop_up. Scorrere la pagina senza negare il consenso autorizza automaticamente all’uso dei cookie.

Credits

SITE: MICHELE MILANI

COPYRIGHT

Gestione del copyright sul sito Copyright e collaboratori Copyright e lettori

Tutto il materiale testuale originale prodotto dalla redazione e dagli autori di MediumPoesia e pubblicato su questo sito, a meno di esplicita indicazione contraria in calce ai singoli articoli, è reso disponibile secondo i termini della licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported (CC BY-NC-ND 3.0). 

In ottemperanza con la nuova legge sull’editoria italiana, si segnala che “MediumPoesia” non è un periodico. Qualunque testo vi appaia non ha alcun tipo di cadenza predeterminata né predeterminabile. Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Tutti i contenuti sono a responsabilità e copyright dei siti linkati o di chi li ha scritti. I dati sensibili relativi alla legge sulla privacy sono tutelati in ottemperanza alla legge 675/96 e dal dpr 318/99. il contenuto può essere liberamente citato, linkato ed anche copiato (citando www.mediumpoesia.com come fonte). Tutte le immagini e le musiche sono messe in rete da questo sito a titolo gratuito, a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico senza fini di lucro in osservanza ed applicazione dell’art. 2 comma 1bis della legge LEGGE 9 gennaio 2008, n.2Disposizioni concernenti la SIAE.

Redazione

La Redazione: Francesco Ottonello, Michele Milani, Tommaso Di Dio, Silvia Righi, Luigi Fasciana, Davide Paone, Marilina Ciliaco, Francesca Sante, Antiniska Pozzi, Silvia Girardi, Giulia Vielmi, Vanessa Morreale

Ⓒ 2019 - All Rights Are Reserved