J.K. Stefánsson | Incipit da “Storia di Ásta”

A interessare J.K. Stefánsson è proprio quel ritmo, quella vibrazione che attraversa mondo e corpo e che è alla base di meccanismi percettivi e recettivi tra uomo e natura. Un articolo di MediumPoesia con lettura in lingua originale dell'autore, dal suo ultimo romanzo "Storie di Ásta" (Iperborea, 2018)

Ma com’è possibile raccontare la storia di una persona senza toccare anche le vite che la circondano, l’atmosfera che sostiene il cielo – e soprattutto, è legittimo farlo?

Stefánsson, Storia di Ásta, MediumPoesia, Michele Milani, Francesco Ottonello, Mantova, festival letteratura, romanzo, poesia

A chiederselo è Jón Kalman Stefánsson che, nel suo ultimo romanzo, Storia di Ásta (Iperborea 2018), racconta di Ásta, del tragico sentimento di lei per Joseph – conosciuto in una fattoria sperduta da qualche parte nell’Islanda orientale – della sua gravidanza precoce, della sua solitudine. Senso di profonda solitudine che la porta a stringere legami con uomini che non le interessano davvero, a concentrarsi sui suoi studi, confrontandosi anche con l’assenza materna. Il narratore onniscente, utilizza lo sguardo della protagonista come primo filtro della narrazione, che tuttavia viene rotto molto presto. Così, nel romanzo anche l’aspetto lineare scomparirà: emergono piani molteplici intrecciati fra loro in una polifonia di episodi e di tempi differenti. Dalla morte del padre di Ásta – ispirato in parte alla figura del nonno dell’autore, imbianchino e morto tragicamente in un incidente sul lavoro – alle lettere della madre, fino alle riflessioni metaletterarie tra Sigvaldi e il fratello poeta, o alle digressioni musicali, veniamo a conoscenza di un mondo impossibile da raccontare, sospeso tra il ricordo e un presente che sfugge. Tuttavia, la coralità dei personaggi emerge nella sua musicale potenza. È la felicità rincorsa tra nostalgia e desiderio ad avvicinare le diverse esistenze – tra l’Islanda urbana, la sua campagna e la Norvegia. Un romanzo che, tra tentativi di scritture, riscritture e divagazioni, parla di un mondo inclinato sempre di più verso un abisso sbagliato, di ciò per cui vale la pena vivere, dell’uomo e dell’armonia, dell’incastro doloroso fra i corpi fino alla tenerezza, alle notti estive.

Jón Kalman Stefánsson è nato a Reykjavík nel 1963. Ex professore e bibliotecario, è passato alla narrativa dopo tre raccolte poetiche. Luce d’estate ed è subito notte ha ricevuto nel 2005 il Premio Islandese per la Letteratura. Paradiso e inferno, primo volume della sua trilogia, è stato definito il miglior romanzo islandese degli ultimi anni. Noi lo abbiamo incontrato al Festival della Letteratura di Mantova, per parlare con lui di Ásta e della sua opera.


Riportiamo qui un breve estratto dell’intervista all’autore, utile a contestualizzare ciò che segue in questo articolo:

J.K.S. : Quando scrivo non penso mai al lettore, forse mi dispiace, ma non penso mai a come una persona possa approcciare un mio libro, se possa essere troppo difficile oppure no. Quello che cerco di fare è catturare il sentimento che ho dentro di me, oltre che abbracciare nella scrittura tutti i differenti sensi con cui facciamo esperienza della realtà. Cerco per esempio di rendere musicale la scrittura, perché ritengo fortissima la connessione che lega musica e parola. In un certo modo compongo sinfonie, o scrivo blues. (Per leggere l’intervista completa: https://www.labalenabianca.com/2018/11/14/intervista-a-jon-kalman-stefansson/).

La musicalità della lingua e della scrittura non è per Stefánsson solo un fattore tecnico, di “stile”, bensì qualcosa di profondo. Non a caso Dylan Thomas parlava di “primo battito cardiaco dell’universo”. A interessare Stefánsson è proprio il ritmo, inteso qui come vibrazione che attraversa mondo e corpo, posta alla base di meccanismi percettivi e recettivi tra uomo e natura. A contrapporsi a questo – in quanto forza contraria che interrompe il compiersi di questo unico battito – è il “rumore della modernità”. Si legge infatti che «il modo migliore per essere se stessi è non fare niente – che l’essere umano scopre chi è quando riflette con calma». Stefánsson riflette sia da poeta che da romanziere rispetto alla propria scrittura, preferendo il mistero sepolto sotto le parole piuttosto che la discussione intorno alla forma in versi o in prosa: una differenza non ben definita, che sfuma nella sua opera e nel suo percorso autoriale. La parola cerca l’andare e il ritrarsi del mare, abbandonandosi al movimento delle onde. Un lasciarsi andare che è come annegare nelle fredde acque del nord, per respirare finalmente del respiro dell’isola.

Per avere un piccolo assaggio di questo mondo, su cui la letteratura è in grado di aprire una porta, abbiamo chiesto a Stefánsson di leggere l’incipit di Storia di Ásta, in lingua originale. Vi riportiamo, oltre al podcast, la traduzione italiana di Silvia Cosimini.

Michele Milani


 

«Le pagine che seguono raccontano la storia di Ásta, che un tempo è stata giovane, e che ormai è piuttosto anziana nel momento in cui queste righe vengono scritte, o meglio, scribacchiate, perché qui accade tutto di fretta, anche quando, a volte, la storia pro- cede con tale lentezza che il tempo è quasi sul punto di fermarsi.
Tra poco spiegherò perché è stata chiamata Ásta.
Perché i suoi genitori hanno scelto questo nome, e non Sigríður, María, Gunnþórunn, Auður, Svava, Jóhanna, Guðrún oppure Fríða, perché tutti nasciamo senza nome e immedia- tamente, o poco dopo, ci assegnano un nome, perché la morte faccia più fatica a trovarci. Dammi un nome, e la morte mi troverà meno facilmente. Ma com’è possibile raccontare la storia di una persona senza toccare anche le vite che la circondano, l’atmosfera che sostiene il cielo – e soprattutto, è legittimo farlo?».

 

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su email
Condividi su whatsapp
La Maddalena Sardegna

Isolatria. Una possibilità di lettura postcoloniale dell’opera di Antonella Anedda

Si propone la relazione riveduta di Francesco Ottonello tenuta al convegno dell’Università di Napoli L’Orientale “Isole e ponti. Per una topologia linguistica e letteraria dell’isolamento” (18-20 ottobre 2021 – Palazzo Corigliano, Napoli).
Una lettura critica dell’opera di Antonella Anedda attraverso una peculiare ottica postcoloniale, connessa alla dimensione dell’isola.

continua a leggere »
Franco Loi

Franco Loi (1930-2021) nei “Nomi distanti” di Antonella Anedda

In ricordo di Franco Loi (Genova, 21 gennaio 1930 – Milano, 4 gennaio 2021), vi proponiamo due sue poesie con l’aggiunta delle peculiari riscritture degli stessi testi, presenti già in Nomi distanti (Empiria 1998, 20203), da parte di Antonella Anedda, che ringraziamo. In apertura le parole di introduzione critica di Francesco Ottonello.

continua a leggere »

MediumPoesia è un sito internet e un progetto artistico nato nel 2018 dall’incontro tra Francesco Ottonello e Michele Milani, un luogo abitato da scrittori e artisti, in una dimensione multimediale adatta a far fronte all’incontro di intense energie creative.

Gli Eventi

COOKIES

MediumPoesia usa i cookie per facilitare la navigazione del sito. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta il pop_up. Scorrere la pagina senza negare il consenso autorizza automaticamente all’uso dei cookie.

Credits

SITE: MICHELE MILANI

COPYRIGHT

Gestione del copyright sul sito Copyright e collaboratori Copyright e lettori

Tutto il materiale testuale originale prodotto dalla redazione e dagli autori di MediumPoesia e pubblicato su questo sito, a meno di esplicita indicazione contraria in calce ai singoli articoli, è reso disponibile secondo i termini della licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported (CC BY-NC-ND 3.0). 

In ottemperanza con la nuova legge sull’editoria italiana, si segnala che “MediumPoesia” non è un periodico. Qualunque testo vi appaia non ha alcun tipo di cadenza predeterminata né predeterminabile. Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Tutti i contenuti sono a responsabilità e copyright dei siti linkati o di chi li ha scritti. I dati sensibili relativi alla legge sulla privacy sono tutelati in ottemperanza alla legge 675/96 e dal dpr 318/99. il contenuto può essere liberamente citato, linkato ed anche copiato (citando www.mediumpoesia.com come fonte). Tutte le immagini e le musiche sono messe in rete da questo sito a titolo gratuito, a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico senza fini di lucro in osservanza ed applicazione dell’art. 2 comma 1bis della legge LEGGE 9 gennaio 2008, n.2Disposizioni concernenti la SIAE.

Redazione

La Redazione: Francesco Ottonello, Michele Milani, Tommaso Di Dio, Silvia Righi, Luigi Fasciana, Davide Paone, Marilina Ciliaco, Francesca Sante, Antiniska Pozzi, Silvia Girardi, Giulia Vielmi, Vanessa Morreale

Ⓒ 2019 - All Rights Are Reserved