Topologie del presente. Il poema e i suoi luoghi – anteprima editoriale

Pubblichiamo l’introduzione e l’indice del volume “Topologie del presente. Il poema e i suoi luoghi”, che inaugura la collana “Sinalefe. Biblioteca di poesia europea contemporanea” per Le Lettere, a cura di Amelia Valtolina, Camilla Miglio, Alessandro Baldacci.

Si avvia con questo volume la collana «Sinalefe. Biblioteca di poesia europea» che, come vuole il suo nome, si prefigge di mettere in dialogo poeti, critici e studiosi di diverse discipline e tradizioni letterarie al fine di riportare al centro del dibattito culturale la specificità dell’esperienza poetica nel nostro presente, intesa come spazio peculiare in cui si manifesta una intensificazione immaginativa e conoscitiva (tanto individuale quanto collettiva), nonché un vero e proprio «accrescimento della realtà» (Andrea Zanzotto). Nel 2021, in seguito alla creazione del «Seminario Internazionale Permanente di Ricerca sulla Poesia europea contemporanea», istituito grazie alla collaborazione fra il Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione dell’Università di Bergamo, il Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali dell’Università “La Sapienza” di Roma, e il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Varsavia, si sono costruiti i presupposti per un confronto assiduo, di scambio e messa in comune di saperi, passioni, idee e sforzi, nella convinzione che la poesia contemporanea, per quanto marginale, rappresenti uno spazio vivo e reattivo, capace di registrare la crisi del mondo attuale ma anche di mettere in discussione e in fermento forme consolidate di percezione ed elaborazione del reale. La poesia del presente si muove obbligatoriamente lungo margini e strettoie, esplorando “territori selvaggi” o comunque anarchici rispetto alle cartografie politiche, sempre alla ricerca com’essa è di un faticoso, ma irrinunciabile, radicamento nel possibile (se non addirittura nell’impossibile), a partire dal quale rivolgere la sua «controparola» alle ideologie del qui e ora.

Non si creda pertanto che la cornice “europea”, entro la quale la riflessione di Sinalefe intende collocarsi, delimiti una realtà culturale definita da frontiere politiche. L’Europa a cui la «Biblioteca» e le attività di «Sinalefe» pensano, nulla ha a che fare con il tropo per eccellenza di una narrazione secolare e cultural-politica fondamentalmente etnocentrica, cristallizzata nella contrapposizione fra Occidente e Oriente come pure in discorsi sull’appartenenza nazionale, sull’inclusione e l’esclusione culturale, su una “identità”, insomma, che fin dalle sue origini si è «definita polemicamente, ovvero attraverso una differenziazione da ciò che è (o è stato) altro da sé»[1]. L’ idea di Europa che ispira «Sinalefe» attraversa uno spazio plurale, mobile, non identificabile con i confini politici: uno spazio costruito nei secoli dal dialogo costante con le culture ucraina e russa; uno spazio che accoglie voci mediterranee dalla sponda sud e sud-est; uno spazio proteso nell’ascolto delle Americhe. Luogo di transito e di ibridazioni feconde, l’Europa di «Sinalefe» che lascia udire la propria voce nella poesia, con il contributo della traduzione, è spazio di concordia e complicità intellettuali, di resistenza poetica, è quella zona franca che, fin dalle origini della poesia trobadorica, ha inventato e reinventato le forme del dire poetico, fondato una tradizione lirica e una retorica per il suo eloquio, salvo poi metterla in discussione, contestarla, rinnovarla nell’interazione infinita con altre tradizioni letterarie. Una fucina di forme e voci, di pensiero e contro-pensiero: è questa l’Europa di «Sinalefe» – evocata nella sua sofferta e resistente bellezza nel saggio di Lina Kostenko, la più importante poetessa ucraina vivente, che inaugura il primo volume della «Biblioteca di poesia europea contemporanea».

Sullo sfondo di questa Europa senza frontiere, plurale e multiforme, l’attività del «Seminario» si è situata, e intende continuare a situarsi, anche al di là di frontiere disciplinari, ponendo questioni e favorendo discussioni dal respiro più ampio, in una prospettiva di riflessione internazionale che permetta di creare inedite costellazioni di senso, interpellando le voci più autorevoli della poesia europea di oggi. La collana che con questo primo volume prende il suo abbrivio, grazie alla accoglienza complice della casa editrice Le Lettere, si propone di presentare, accanto a miscellanee nate, come la presente, dall’attività del «Seminario», anche saggi monografici, in cui si affronteranno aspetti cruciali della scrittura in versi in Europa dal Novecento a oggi, così come viaggi nell’opera di alcuni dei suoi protagonisti significativi. L’intento è quello di costruire nel tempo una vera e propria “enciclopedia” dedicata alle questioni di maggiore urgenza e prospettiva all’interno dell’orizzonte mobile della poesia europea contemporanea.

I saggi e le poesie e le riflessioni critiche raccolti in questo primo volume dal titolo Topologie del presente. Il poema e i suoi luoghi rappresentano il punto d’arrivo di una lunga, polifonica discussione sul ruolo e le forme della riflessione topografica e topologica nella poesia e nella cultura contemporanee, avviata durante le 12 giornate di incontro e studio organizzate all’Università di Bergamo nel 2022, in occasione delle quali due “classici” dell’orizzonte contemporaneo come Fabio Pusterla e Antonella Anedda hanno riflettuto con gli ospiti di «Sinalefe» sull’importanza di luoghi, geografie e mappe nella loro pratica poetica. A queste loro sollecitazioni poetologiche si è presto aggiunto il prezioso e appassionato contributo di Lina Kostenko, così come il dialogo fra poesia e non-luogo proposto dalla poetessa e romanziera francese Adeline Baldacchino. Riunite nella sezione «Voci», concepita appunto quale luogo d’ascolto privilegiato delle molteplici tonalità della voce poetica, queste riflessioni introducono a quel più diretto confronto con la «vera presenza» (George Steiner) del poema, che si dispiega nella seconda sezione del libro, «Parole», nella quale sono pubblicate poesie inedite delle “voci” protagoniste della prima sezione – che qui ringraziamo per la loro generosità. A chiudere il trittico, con il quale si è voluto plasmare la forma delle miscellanee di «Sinalefe», è la sezione «Colloqui», nel cui nome risuona ancora l’auspicio hölderliniano di un pensiero plurale, nato nell’ascolto dell’Altro. Qui, alle voci dei poeti che aprono il libro, si intrecciano quelle di studiose e studiosi che, dialogando con la poesia europea del presente, interrogano lo spazio configurato dal verso poetico. Se, come scrisse a suo tempo Maurice Merleau-Ponty, contestando l’idea e la percezione dello spazio quale sfondo inerte, puramente cartografico, «l’esistenza è spaziale»[2] , i saggi di questa sezione conclusiva del volume, con le loro diverse letture dello spazio poetico, dimostrano come esso sia più soggettivo che oggettivo, più politico che puramente cartografico, sottoposto alla mutazione, nonché, allo stesso tempo, parziale e molteplice: una realtà in divenire, “sensibile” e “reattiva”, una soglia ovvero zona di incontro e scontro fra cultura e natura, fra mondo interiore e mondo esterno, fra esperienza individuale e collettiva. Proprio perché “vivo”, lo spazio in generale, ma soprattutto lo spazio creato dal verso poetico, è in grado di dare voce a domande che sollecitano una diversa percezione e un diverso orientamento, stimolando inedite modalità di cartografarlo sognarlo abitarlo. La prospettiva topografica e topologica dei saggi qui in colloquio fra loro si rivela pertanto quanto mai foriera di riflessione in una fase come quella attuale, segnata da un lato dal drammatico acuirsi della crisi ecologica del pianeta e dall’altro dall’ennesimo sconvolgimento di mappe e orizzonti geografici, che torna a inquietare il vecchio continente dopo l’aggressione russa all’Ucraina. Mentre la guerra continua a ribadire la verità etimologica inscritta nella parola “territorio”, con la sua radice nel “terrore”, il colloquio instaurato dalle diverse prospettive critiche offerte dai vari saggi di questa ultima sezione del volume, ribadisce nel tempo presente la libertà della parola poetica nel concepire uno spazio in cui la creatura, umana e non, possa ancora abitare la Terra.

Amelia Valtolina, Camilla Miglio, Alessandro Baldacci

[1] S. Moriggi (a cura di), Europa come Pólemos. Intervista a Giulio Giorello, in «Panoptikon. Rivista di cultura mitteleuropea», 1 (2001), 1, pp. 42-52, qui p. 42.

[2] M. Merleau-Ponty, Fenomenologia della percezione, Il Saggiatore, Bari 1965, p. 55.

***

 

INDICE

 

Alessandro Baldacci, Camilla Miglio, Amelia Valtolinam – Introduzione 9

 

PARTE I – VOCI

 

Lina Kostenko – Preghiera all’Arno 17

Fabio Pusterla – Quello che voi chiamate crudeltà. Metamorfosi di un territorio 55

Antonella Anedda – Acque, pietre, lombrichi. Sconfinamenti e luoghi 81

Adeline Baldacchino – Della poesia come non-luogo 99

 

PARTE II – PAROLE

 

Lina Kostenko

Sprofondata, annego / Я пішла як на дно 104

E di nuovo un prologo / І знову пролог 106

 

Fabio Pusterla

Fiumi, nefrite, vortice 108

Senza titolo 110

 

Antonella Anedda

Dopo Yeuda Amichai, per Ivano Ferrari 112

2023 113

 

Adeline Baldacchino

Nessun luogo per essere / Sans lieu d’être 114

Paesaggio interiore / Paysage intérieur 118

 

PARTE III – COLLOQUI

 

Federico Italiano

Australia. Topografia e poesia 125

 

Alessandro Baldacci

Le metamorfosi dello spazio. Un percorso nella poesia italianada Giorgio Caproni a Giuliano Mesa 145

 

Alessandro Achilli

Tra immagini e istantanee: topoi e luoghi della poesia ucraina contemporanea 163

 

Aliocha Wald Lasowski

Il luogo della poesia. Dalla presenza al paesaggio 183

 

Serenella Iovino

Corpi terrestri: una fenomenologia poetica. Dialogo con (la poesia di) Fabio Pusterla 201

 

Amelia Valtolina

Topologie della contaminazione. A proposito di Dämonenräumdienst di Marcel Beyer e della biodiversità

del verso poetico 227

 

Hanno scritto per questo libro 247

***

Amelia Valtolina – Insegna Letteratura tedesca all’Università di Bergamo. Esperta di poesia e letteratura tedesca del Novecento, studiosa in particolare dell’opera di Gottfried Benn e della poesia contemporanea di lingua tedesca, rivolge la sua attenzione ai rapporti fra poesia e filosofia, fra poesia e natura, fra arte e poesia. Ha scritto numerosi saggi in italiano e in tedesco sulla poesia del Novecento e curato l’edizione italiana di opere di Ilse Aichinger, Gottfried Benn, Theodor Fontane, Rainer M. Rilke, Lou Andreas-Salomé. Tra i suoi libri, Blu e poesia. Metamorfosi di un colore nella moderna lirica tedesca (2002; trad. francese 2006), Parole con figura (2010), Il sogno della forma. Un’idea tedesca nel Novecento di Gottfried Benn (2016) In absentia. Zur Poetik der Latenz in Rainer Maria Rilkes Dichtkunst (2021).

Camilla Miglio – Insegna Letteratura tedesca all’Università di Roma “La Sapienza”. Ha insegnato presso le Università di Pisa e di Napoli “l’Orientale”. Si occupa, in saggi, monografie e traduzioni, di poesia del Novecento e contemporanea, di aspetti dell’Età di Goethe e romantica, di poetica e storia della traduzione, di poetiche dello spazio e della natura. Ha pubblicato le monografie: Celan e Valéry. Poesia, traduzione di una distanza (1997), Vita a fronte. Saggio su Paul Celan (2005), La terra del morso. L’Italia ctonia di Ingeborg Bachmann (2012), Ricercar per verba. Paul Celan e la musica della materia (2022). Ha curato traduzioni da Clemens Brentano (2008), Ulrike Draesner (2010), Jacob e Wilhelm Grimm (2015), Hans Magnus Enzensberger (1996), Peter Waterhouse (1998, 2009, 2021).

Alessandro Baldacci – Insegna Letteratura italiana contemporanea presso l’Università di Varsavia. Si occupa prevaletemene di poesia italiana nel XX e XXI secolo, del tragico nella letteratura europea e della ricezione della letteratura tedesca in Italia. Ha inoltre pubblicato due monografie su Amelia Rosselli (2006, 2007) e i volumi Andrea Zanzotto. La passione della poesia (2010), Controparole. Appunti per un’etica della letteratura (2010), Le vertigini dell’io. Ipotesi su Beckett, Bachmann e Manganelli (2011), La necessità del tragico (2014), Giorgio Caproni. Un’inquietudine in versi (2016) e Milo De Angelis. Le voragini del lirico (2020).

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