Inediti | Luca Chiarei

È l’ora di un grande silenzio
È l’ora che si dorma – sulle lastre
tra le offerte speciali         tra gli sconti
 

a decantare nelle vasche        mentre
il mare resta ancora da scavare
i gabbiani issano ponti levatoi

È la spesa da fare – i commessi e le cose
non sanno le parole da usare
la morte si fa strutturale

scolano preghiere dalle gronde – la litania di Bill Frisell

la ragione è scartata – insieme alle comete
È la religione dei social – turiboli sul palco
la boule dell’accidia – il dubbio di essere a ritroso

***

Le coste sanno di plastica – poligoni di marmo
mimetico per macelli da aprire      oggi
tutti cercano scale per salire – speranza negli antibiotici
che tenga il sistema                  che tutto si tenga

grande traffico nei fondali – un Ferragosto
di decreti e visti foto dei tramonti – diabete – dispute su Sanremo
la Sicilia si sfoglia dalla parte – del mare
analgesici in versi – aerosol della nazificazione

                                                                                   quotidiana
suonano sveglie sotto i piedi
nessuno le sente – nessuno spegne luci sui binari
affondano i codici
affondano in melma le differenze

***

poi arriva il momento forse è quello
che devi                       per fare ancora cose

ma loro vanno via            perdiamo tempo
deragliano catene            dalle biciclette

apro parentesi – per tutte le ossa
di quelli che passano – chiusa parentesi

rappresentanza dell’istante     delegare
trattino a capo – lavorare amaro

il narcisismo della meta-poesia
“punto e virgola” segue testo per la     condivisione

scivolare dal palco        e non capisco
queste ennesime bombe daspiaggia

puoi fare un click umanitario – generare link
– perché se non si apre non serve – due punti

il presente è un letargo da comprare
per la storia che sfilerà domani

 ***
 

la giornata è quasi finita     un muro nero    sotto
le lenzuola – sotto sale     una gamba si é persa l’altra
con-ta i passi con android     applicazione digitale per

stare bene

            la notizia è che piove     e nessuno si bagna

le pietre si girano a guardare      discutono i tram
il da farsi la domenica         al fine-settimana per
spremere la gioia che è punta puntura      ago agio – vagito
alito sciolto nel palato         iniezione

da grandi fare i palombari              cercare resti disumani
fare quelli che prendono del tempo         fare la spesa             poi bere

del tè in fondo al mare        e poi – aspettare – poi

***

Potremo dire d’esserci – d’esserci
stati – stati fermi a guardare
guardare dall’altra parte – la parte

morale la morale dell’Esselunga     del non far niente
stati criminali – stati alterati
coscienza poltiglie bambini – quelli

semi-nati domani larve lapidi – domani quelli che cadranno
nel piombomiele d’israele – le quattro
tribù del presidente  divisioni di Rivlin* – a domicilio

case in bilico sulle cremagliere
sperare che Dio non esista – nazificazione dell’antropocene
al mattino colazione per quelli – non ancora – bombardati – è genocidio d’oltremare

che passa inosservato passa – non è stagione nella striscia – polvere e orifizi
è l’etica del vetroresina – l’etica in pillole del taglia e cuci

tagliamo cipolle con la Szymborska – all’ombra dei petali della Pozzi
                       per fingere e piangere – per fare sugo rosso – per la distrazione dell’esametro

Luca Chiarei (Livorno, 1961) vive e lavora a Milano, maturità magistrale, iscritto al terzo anno della facoltà di lettere della statale di Milano, nel 2010 ha pubblicato la raccolta Derive. Con Segnalibro (Edizioni Il Cavedio), suoi componimenti sono apparsi in numerose riviste, blog e raccolte collettive (“il fogliettone” di Milano, “Poliscritture”), ha partecipato fino al marzo 2018 alla redazione del blog di Poliscritture