Appello da Gaza alla cultura italiana: una voce per il poeta Haidar al-Ghazali
La mia voce, la vostra voce
e il mio sangue, se accresce la vostra rabbia,
ora è vostro.
Insegnate ai vostri figli
che il corpo della terra è uno
Haidar al-Ghazali
«Riportami alla mia giovinezza / per un momento» è la supplica che il poeta palestinese Haidar al-Ghazali, che proprio ieri ha compiuto 21 anni, affida alla lingua smarrita dell’infanzia, nel mezzo della devastazione di Gaza. In pochi versi – pronunciati quasi sottovoce, come chi parla al margine dell’irreparabile – ci ricorda che la guerra non uccide solo i corpi, ma spezza le biografie, cancella le città e deruba i giovani del tempo per crescere, studiare. Solo con i due occhi chiusi si può camminare per la propria terra martoriata.
لحظةً
أمشي في الشوارع
مغمضَ العينين
فلا أجلس الآن
أرثي مدينةً كاملة.
ʿidnī ilā ṣabāy
laḥẓatan
amshī fī al-shawāriʿ
mughmaḍa al-ʿaynayn
falā ajlisu al-ʾāna
arthī madīnat(an) kāmila.
Riportami alla mia giovinezza
per un momento
a camminare per le strade
con i due occhi chiusi
affinché non mi sieda adesso
a piangere un’intera città
[traduzione di Francesco Ottonello]
Di fronte a tutto quello che sta accadendo, denunciato dal report di Francesca Albanese per le Nazioni Unite, non è più possibile restare in silenzio. Chi ha una voce, la usi. Chi scrive, scriva. Chi insegna, insegni la giustizia.
Chi può creare opportunità concrete – borse di studio, residenze letterarie, progetti di accoglienza e formazione – lo faccia ora. Questo articolo chiama in causa voi, lettori, poeti, intellettuali, scrittori, accademici, e chiunque abbia una voce e il potere anche minimo di fare qualcosa.
Si tratta di difendere ciò che resta umano nell’umano: il diritto a un futuro, alla parola, alla dignità. Restiamo umani, anche quando intorno a noi l’umanità pare che si perda, come diceva Vittorio Arrigoni.
Riportiamo qui la traduzione dall’inglese delle parole che Haidar al-Ghazali mi ha indirizzato personalmente affinché venissero diffuse tra la comunità culturale italiana. Esse sono tratte da un vocale, che riproduciamo con il suo consenso, e da cui si possono sentire i rombi degli aerei che sorvolano Gaza, intervallando la sua voce…
Traduzione in italiano
Ciao amico mio, grazie per il tuo interesse. Apprezzo tutto ciò che stai cercando di fare. Sì, puoi pubblicare questo sul tuo sito web. Penso che possa essere utile.
Vorrei ottenere una borsa di studio per studiare all’estero. Sai, tutte le università di Gaza sono state distrutte — completamente rase al suolo — a causa del genocidio. Il mio percorso di apprendimento si è interrotto quando è cominciato questo genocidio. Perciò vorrei ricevere una borsa di studio per studiare all’estero. Suggerisco anche di cercare un programma di residenza letteraria. Io sarei disponibile e penso che potrebbe essere utile anche come possibilità di evacuazione da questo massacro.
Viviamo in una situazione orribile — nella carestia, nella fame. E non riesco a credere che io stia vivendo davvero tutto questo. Sai, la situazione è insostenibile. Ottenere una borsa di studio o una residenza letteraria sarebbe utile per avere una possibilità di fuggire da questo massacro.
Aidar al Ghazali
Trascrizione in inglese
Hello my friend, thank you for your interest. I appreciate everything you are trying to do. Yes, you can share this on your website. I think it will be useful.
I would like a scholarship to study abroad. You know, every university in Gaza has been destroyed — totally demolished — as a result of the genocide. My learning journey stopped when this genocide began. So I want to get a scholarship to study abroad. I also suggest that you search for a literary residency. I would be available, and I think it would be useful as a way to evacuate from this massacre.
We are living in a horrible situation — in famine, in starvation. And I can’t believe I am actually living through this. You know, the situation is unbearable. Getting a scholarship or a literary residency would be helpful to have a chance to evacuate from this massacre.
Infine presentiamo tre poesie tratte dal volume Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza, edito da Fazi Editore nel 2025, curato da Antonio Bocchinfuso, Mario Soldaini e Leonardo Tosti, e che raccoglie versi scritti da dieci autori palestinesi tra ottobre e dicembre 2023. Proprio su questo libro concludiamo la stagione di MediumPoesia 2024–2025, con un articolo critico di Davide Pinna in uscita domani.
23/04/2023
L’alfabeto degli universi
L’alfabeto degli universi
Vieni che sistemiamo l’alfabeto degli universi.
Segnerò l’appuntamento sopra le tue colline
e il flauto testimonia
e l’alba testimonia
e le mie barche affondate testimonieranno
che ballerò con la notte invecchiata
e prepareremo universi di poesia,
o fiore di melograno.
Vieni che sistemiamo l’alfabeto degli universi.
Portami sotto le tue palpebre;
perché il mare mi soffoca nella sua vastità
e dormi sui palmi delle mie mani,
la poesia cola dalle tue curve strette come respiri
per gli annegati.
Io sono la fenice, stanca delle storie di cenere
tolgo la mia leggenda ogni notte alla porta di casa,
divento un corvo,
prigioniero del tuo chiarore.
Poni il tuo mantello sul mio petto
e divento un gabbiano di mare o una colomba.
Vieni che sistemiamo l’alfabeto degli universi.
O paese degli affaticati,
perché hai colto l’ultimo fiore del melograno?
Perché ci lasciamo disegnare gli universi sui muri delle barche?
Perché, o paese degli affaticati,
i nostri petti sotto il mare,
sotto i cortei?
Tornerò un giorno dicendo:
quello che non sanno gli annegati
è che se non avessero portato con loro
i loro grandi sogni
tutte le barche non sarebbero affondate.
24/10/2023
Stavo per mettere un boccone di lenticchie in bocca
quando un razzo si è avvicinato al nostro quartiere,
chiudendo la finestra del sole con un mucchio di terra.
E poiché sono un poeta,
sarei sicuramente morto.
Mio padre abbraccia i miei fratelli e mia madre
tra le sue braccia
in un angolo,
e io sto sotto le lastre di zinco e le schegge,
osservando questa scena
per scriverla.
Sono corso verso la strada,
come un bambino,
fino a quando il nostro vicino ha messo la mano di una bambina
sul marciapiede di fronte a me,
quindi non ho distolto lo sguardo,
così ho capito che ero cresciuto.
Tornai a casa,
la polvere del crimine aveva occupato tutto,
e sulla tavola da pranzo
cinque piatti
e quattro cucchiai
e sopra di me un soffitto bucato.
Non ho trovato il mio cucchiaio.
29/02/2024
La bambina il cui padre è stato ucciso
mentre portava un sacco di farina
sulla schiena
continuerà a gustare
il sangue di suo padre
in ogni pane.
25/04/2024
Oggi
i giovani liberi si sollevano nelle università
e lanciano la loro voce nel vento.
Oggi vediamo cuori sgozzati come i nostri
e piangono per le madri che non hanno trovato tempo
per piangere.
Oggi
i giovani liberi si sollevano nelle università
e non verrà promosso
chi non supererà l’esame di umanità.
Oggi il mondo mostra una certa giustizia,
una certa umanità,
il loro grido è la mia voce
e il loro sangue è il mio
bolle come la mano di una bambina amputata sulla terra.
Siamo un buon mondo,
governato da demoni bianchi
Perché non diventiamo un solo mondo?
Perché non cresciamo insieme?
La mia voce, la vostra voce
e il mio sangue, se accresce la vostra rabbia,
ora è vostro.
Insegnate ai vostri figli
che il corpo della terra è uno,
che i confini della terra sono un’invenzione
e chi non rifiuta di uccidere
sarà ucciso facilmente.
Fermate il fuoco sui nostri petti
fermate il fuoco
perché possiamo seminare
la nostra terra
e nutrirvi.
Haidar al-Ghazali (2004). Poeta di Gaza. Finché gli è stato possibile ha studiato Letteratura inglese e Traduzione. Oggi la sua università è rasa al suolo. Dall’inizio dell’offensiva israeliana racconta l’assedio in versi, scrivendo ogni giorno, come lui stesso dice, «versi che sanguinano». Negli ultimi mesi i suoi testi sono apparsi, anche in traduzione, su diverse riviste. La poesia “I giovani liberi” letta in tutto il mondo nella traduzione “The intifada of the free youth”, e rivolta ai giovani in protesta nelle università occupate, contiene il verso che dà il titolo a questa raccolta. Leggere quotidianamente i suoi diari in versi, cercando di mantenere il contatto nonostante le continue fughe, i lutti e gli sfollamenti ha costituito un lavoro impegnativo e doloroso. Questo libro viene pubblicato nella speranza che un giorno potremo finalmente attraversare il Mediterraneo, noi e il nostro coetaneo al-Ghazali, e parlare di poesia con un passaporto alla pari.
Biografia tratta da “Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza”, cit., pp. 75-76.




